a cura della classe 1 AC del Liceo Classico MANIN
All’inizio del Cinquecento nell’Europa centrale e più precisamente nell’area dell’Impero Asburgico si diffonde una feroce critica alla corruzione delle alte gerarchie ecclesiastiche ed alla gestione della Chiesa da parte di Roma: un monaco agostiniano, Martin Luther, affianca a tale critica una vera e propria revisione dei dogmi della religione cristiana. Egli ritiene che il concetto chiave per ogni Cristiano sia la Fede che fa ottenere la Grazia divina. Secondo Luther le azioni umane non portano alla felicità perché derivano dall’egoismo individuale. Il corpo trascina l’anima a compiere scelte lontane dal Bene. Nel De servo arbitrio Martin Luther scrive che l’uomo è talmente condizionato dai bisogni materiali da annullare qualsiasi possibilità di salvezza che non provenga dalla fede e quindi da Dio. Inoltre i Luterani leggono direttamente la parola di Dio, che non ha più alcun bisogno di interpretazioni o spiegazioni. Per questo motivo la gerarchia ecclesiastica non viene più ritenuta necessaria. Un’altra importante innovazione è rappresentata dalla teoria della predestinazione: ogni uomo è destinato sin dalla nascita o alla salvezza o alla dannazione eterna, solo Dio conosce il nostro destino, pertanto cambia il concetto di libertà e di libera scelta, infatti, come si è detto, l’uomo è condizionato nelle proprie scelte dai bisogni materiali. I sacramenti vengono ridotti e si considerano solo quelli espressamente descritti nei testi sacri: battesimo, eucarestia, penitenza e matrimonio. Questa predicazione trova ampio consenso in tutti gli ordini sociali e specialmente in chi contesta la gerarchia sociale. I primi a convertirsi sono gli esponenti dell’alta nobiltà, che cercano in questo modo di allentare ulteriormente il legame di vassallaggio nei confronti dell’autorità politica centrale, rappresentata da un imperatore cattolico. Anche la piccola nobiltà appoggia questa riforma perché la ritiene favorevole al suo tentativo di sottrarsi alla soggezione dell’alta nobiltà. Inoltre i contadini approvano questo movimento che potrebbe favorire la scissione del vincolo di servitù. Luther non appoggia mai le rivolte dei contadini, che cercano un miglioramento della loro condizione di vita, sostenendo sempre la necessità di una gerarchia politica in quanto l’uomo tende naturalmente al peccato ed ha per questo bisogno di essere guidato. I Luterani rifiutano il primato del Papa come di ogni altra forma di gerarchia.
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