A conclusione del progetto: riflessioni di alcuni alunni

a cura della classe  1 AC del Liceo Classico MANIN

Premessa: non desidero effettuare una disamina schematica dei miei pensieri, delle mie opinioni e delle eventuali critiche che sento di esprimere in merito al progetto. Preferisco seguire un discorso continuo, sperando di spiegare adeguatamente il mio pensiero.
Ci sono tante religioni nel mondo, troppe per poterle conoscere tutte, per riuscire ad aprirsi completamente ad un dialogo inter-religioso. Tuttavia la conoscenza comincia con un piccolo passo. Per noi alunni della classe I A classico del liceo Manin questo primo significativo passo è stato promosso a partire dal progetto di dialogo inter-religioso su base territoriale. Conoscere le chiese del nostro territorio per poterne ricavare uno spaccato della società multiculturale moderna. A questo proposito abbiamo incontrato e dialogato con tre personalità di spicco di altrettante confessioni religiose, rappresentanti della Comunità Islamica, della Chiesa Avventista del Settimo Giorno e della Chiesa Metodista Valdese.
I primi due incontri sono stati organizzati in classe mentre il terzo ha permesso una visita alla chiesa di via Milazzo. Con estrema disponibilità e apertura mentale, le tre personalità hanno riposto a numerose domande e hanno cercato di farci entrare nella loro ottica religiosa, sfatando talvolta miti e stereotipi. Esemplare è stata la spiegazione da parte della dottoressa Jalila di quello che è il pensiero del Corano nei confronti della donna: la figura femminile è concepita nel libro sacro islamico come “storta”, imperfetta per natura e volere divino; a questo punto, una volta fissati i suoi compiti e la sua posizione nella società, è l'uomo ad andare incontro alla sua natura, piegandosi a sua volta. È stata una spiegazione interessante e nuova rispetto agli stereotipi occidentali.
Tutt'altro discorso è da fare per quanto riguarda la totale opposizione dell'Islam all'omosessualità, atteggiamento bollato come peccato mortale, abominio e disonore per una madre che arriva a preferire la morte di un figlio piuttosto che accettare la sua natura. Tutto ciò va assolutamente contro i miei principi di libertà di pensare e di conseguenza amare. Tuttavia ho accolto questo e altri ragionamenti con ampio interesse e apertura mentale.
Parlando dell'incontro col pastore Daniele Pispisa, mi ha colpita particolarmente la storia del movimento religioso avventista, soprattutto la ricerca spasmodica nel tempo di una data fissata per il Giudizio Universale. Tutto ciò ovviamente avveniva nel passato e dopo numerosi tentativi approssimativi e fallimentari, la ricerca è stata sospesa.
Penso fermamente che per riuscire davvero a instaurare un dialogo, per creare la magica condizione in cui ci si trova contemporaneamente ad accogliere il pensiero altrui e donare il proprio all'interlocutore, non basti un'ora di lezione. Durante due dei tre incontri organizzati il tempo a disposizione è stato talmente poco da non poter neppure terminare la lista di domande stilate in precedenza dalla classe. A questo punto come avremmo potuto pretendere di ottenere qualcosa di più di un accumulo nozionistico? A mio modesto parere, l'importante e formativo progetto, è stato svilito dai limiti di tempo. Per non parlare dello spazio. Ci siamo trovati a entrare in contatto con mondi diversi dal nostro in un ambiente a noi troppo famigliare, una classe permeata dall'odore di verifica e interrogazione sempre in agguato. Incollati ai propri banchi, gli alunni di I A non han fatto altro che prendere appunti come in qualsiasi altra lezione. Seduti tra i bassi banchi in legno della chiesa Valdese di via Milazzo, ognuno di noi ha avuto la possibilità di liberare la mente e tuffarsi nell'ottica della critica ai beni materiali promossa dal luteranesimo... Io stessa sono arrivata a dimenticare che quella visita rientrava in un progetto scolastico. Le foto scattate, inoltre, hanno simboleggiato un accento di soggettività al nostro percorso, quasi per voler sottolineare che NOI ci siamo raccolti tra quelle quattro mura spoglie di decorazioni e abbiamo apprezzato l'ospitalità e l'apertura al dialogo.
Al di là di tutte le possibili critiche, tengo a sottolineare che il progetto in sé mi è parso molto valido e positivo per la classe e per me stessa in primo luogo, soprattutto per sviluppare in noi adolescenti una sensibilità alla fede e al credo altrui. Il rispetto e la convivenza partono dal dialogo.
Monica Cigoli

Quello che più mi ha interessato e incuriosito sono stati i diversi incontri perché ci hanno dato la possibilità di un confronto diretto con esponenti di fede diversa, piuttosto della monotona ricerca su Internet, il dialogo infatti (da cui prende il nome il progetto mi sembra fondamentale tra due punti di vista differenti). Il fatto che i vari rappresentanti abbiano dovuto rispondere a domande preparate ha reso gli incontri più piacevoli, perché, in un certo senso, hanno soddisfattogli interrogativi più comuni. Forse per approfondire meglio gli aspetti delle religioni affrontate sarebbe stato necessario più tempo. Ho capito che il dialogo è molto complesso (forse è per questo che molti lo evitano) perché dal mio punto di vista cattolico è difficile comprendere e accettare alcuni aspetti delle altre religioni diversi dai nostri.
Chiara Filippini

Degli incontri interreligiosi ai quali ho assistito, mi ha affascinato il comprendere come tutti i credo siano, nonostante alcune differenze "accidentali", simili nella sostanza. Il fervido amore per Dio, che si manifesta nelle maniere, nei riti e nelle lingue più disparate, accomuna tutte le religioni, anche quelle meno conosciute dalla nostra società occidentale fortemente impregnata di cattolicesimo. Non ho troppo apprezzato la modalità pratica nella quale gli incontri si sono svolti: avrei preferito assistere e poter intervenire ad una sorta di pacifico e educato dibattito tra esponenti di varie differenti religioni tutti riuniti e non a lezioni di questo tipo, che a mio parere favoriscono la conoscenza delle singole religioni ma non aiutano più di tanto a raffrontare i credo tra loro.
Paolo Amighetti

Di questo progetto ho apprezzato l’idea di cercare un dialogo inter-culturale. Mi ha colpito la grande disponibilità di tutti i rappresentanti delle diverse religioni nel corso dei vari incontri nei quali ho avuto la possibilità di conoscere un po’ delle diverse culture presenti nel nostro territorio. Ritengo che questo sia molto importante per cercare di instaurare un dialogo necessario per una convivenza civile, anche se sarebbe necessario nono solo un approfondimento maggiore ma anche dialoghi diretti con più rappresentanti. L’idea è buona per iniziare a sensibilizzare i ragazzi a culture sempre più vicine alla nostra e in un certo senso credo di avere imparato quale è il modo migliore di approcciarsi alle altre culture cercando di lasciare de parte tutti i pregiudizi.
Samuele Lenotti

Trovo che il progetto abbia una finalità non di poco conto e, forse, non facilmente raggiungibile soltanto tramite gli incontri, spesso troppo brevi. È risultata, infatti, a mio modesto parere, molto più efficace la visita alla chiesa evangelica. Ho apprezzato molto il fatto che i rappresentanti delle 3 confessioni si sono mostrati disponibili a rispondere a qualsiasi tipo di domanda. Tutto sommato il progetto si è rivelato interessante ma estremamente riduttivo rispetto agli scopi preposti.
Giorgio Lazzarinetti

Cosa mi è piaciuto: ho trovato molto interessante avere un dialogo diretto con gli esponenti delle varie confessioni poichè è il modo migliore per avere informazioni riguardo alla loro religione; inoltre mi è piaciuto molto andare a visitare il luogo di culto della religione evangelica; mi è stato possibile osservare le differenze nell'arredamento tra la chiesa cattolica e quella riformata.
Cosa non mi piaciuto: dovevamo avere più tempo per parlare con i vari rappresentanti in modo da raccogliere un maggior numero di informazioni; poi mi sarebbe interessato molto andare a visitare i luoghi di culto delle altre confessioni coinvolte.
Giulia Nicoletti

E’ stato interessante conoscere i fondamenti di religioni diverse dalla mia. L’obiettivo del progetto, cioè quello di farci confrontare con realtà per noi nuove, secondo me non è del tutto riuscito: tre incontri, sicuramente, non sono bastati per farci un’idea precisa su ogni confessione. In ogni incontro abbiamo posto domande, ma le risposte non sono state sempre chiare. Molte, al contrario, mi hanno particolarmente stupito. Soprattutto, nel dialogo con la rappresentante della Chiesa Islamica abbiamo posto una domanda sulla condizione della donna e ci è stato risposto che la donna non è inferiore all’uomo, ma, poiché ha un ruolo diverso, non può fare le stesse cose. E’ un concetto che personalmente ho fatto fatica a comprendere, forse perché nella nostra realtà oggi le cose sono molto diverse!
Francesca Fruchi

Il progetto, a mio parere, è stato interessante: i rappresentanti delle religioni su cui si sono incentrati i nostri incontri sono stati disponibili e pazienti nel rispondere alle nostre molte domande, anche se mi hanno stupito molto le risposte date dalla rappresentante della Chiesa Islamica, perché quello che sappiamo dalla nostra conoscenza o esperienza è ben diverso. Dal momento che non abbiamo analizzato nel dettaglio tutte le Chiese, forse l'obiettivo del progetto non può dirsi completamente raggiunto; comunque confrontarmi con confessioni diverse dalla mia è stato utile e mi ha fatto riflettere su quanto io conosco della mia religione.
Chiara Lena

La partecipazione al progetto del Tavolo Interreligioso è stata un’esperienza positiva, una fonte di arricchimento culturale che mi ha permesso di conoscere aspetti a me sconosciuti riguardanti altre religioni. Le argomentazioni dei referenti sono state accurate ed interessanti. Tuttavia, a mio parere, sarebbe stato stimolante assistere ad un incontro conclusivo di confronto con tutti i rappresentanti delle varie confessioni. In questo modo si sarebbe potuto porre a tutti i partecipanti le stesse domande, lasciando poi ai diversi relatori la possibilità di interloquire. Assistere ad un dibattito fra i diretti interessati avrebbe così permesso un ulteriore paragone fra le diverse correnti religiose.
Francesco Bonazzoli

Questo progetto è stato molto utile e interessante. I rappresentanti delle diverse confessioni hanno risposto sempre alle domande poste, dalla più semplice alla più complessa e spinosa, e questo è da apprezzare, significa che, forse, siamo pronti a dialogare. Alcune risposte mi hanno fatto riflettere; se è vero che la donna ha gli stessi diritti e doveri dell’uomo, se può esprimere liberamente il proprio pensiero, se può scegliere la persona con cui sposarsi, se può scegliere liberamente l’abbigliamento, se non è succube dell’uomo, come ci è stato riferito … se davvero possiamo fare tutto questo, perché sostengono che le donne occidentali abbiano troppi diritti? Non è forse una contraddizione? ……
In conclusione dico che bisognerebbe collegare ciò che ci insegna la nostra religione con ciò che è adesso il mondo. Alcune volte la religione è stata un elemento di divisione perchè strumentalizzata; dobbiamo capire quando ciò avviene e non lasciarci manovrare. La diversità, sotto qualsiasi aspetto, è da considerarsi un punto di forza. Nessuno Dio, nessun uomo, nessuna donna ci ha mai detto di imporre le nostre idee, ma piuttosto di condividerle in modo pacifico con il mondo intero.
Chiara Anselmi
Ho trovato interessante approfondire il discorso religioni, avendo sempre saputo ben poco a riguardo soprattutto perchè non mi sono mai interessata di un possibile dialogo interreligioso.
Un'altra nota che vorrei fare riguarda la chiesa islamica, la cui esponente intervistata, Jalila, ha esplicitamente sostenuto tesi contrarie al mio pensiero di donna italiana; innanzitutto l'erroneo pensiero che ha esposto sugli omosessuali mi ha molto sconcertata tanto da arrivare a chiedermi se queste siano persone che vivono nel 2011 o nel 1011, stessa cosa riguardo la posizione della donna, che invece di andare a lavorare dovrebbe stare in casa come fanno le donne musulmane e occuparsi esclusivamente della casa e dei figli. E’stato un progetto interessante, che ci ha fatto conoscere alcune religioni che solitamente si sentono solo nominare.
Alessia Campeggio
Di questo progetto ho apprezzato particolarmente la possibilità di poter partecipare direttamente a degli incontri con i rappresentanti di alcune confessioni di cui ero o poco o per nulla informata, senza quindi dover effettuare ricerche autonomamente.
Nicole Spotti

Il progetto sul dialogo interreligioso secondo me è stato utile e interessante perché ci ha permesso di confrontarci con rappresentanti di religioni diverse dalla nostra, e questo, altrimenti, sarebbe stato difficile per noi. Siamo riusciti a inquadrare le caratteristiche comuni a tutte le confessioni e ad ampliare le conoscenze anche sulla nostra religione. Credo però che in alcune occasioni gli interventi da parte di noi alunni siano stati un po’ ridotti, forse anche a causa di una non adeguata conoscenza degli argomenti.
Giulia Bolsi

Secondo me il progetto del dialogo interreligioso e, di conseguenza, anche interculturale a cui abbiamo partecipato è stato molto utile: infatti abbiamo parlato con gli esponenti delle varie chiese presenti sul nostro territorio, delle diverse confessioni religiose; di questo argomento solitamente non si discute ritenendolo una questione privata. Personalmente ho apprezzato particolarmente il fatto che, durante ogni incontro, in primo luogo ci siano stati spiegati i dogmi fondamentali di quella religione, e solo successivamente ci sia stato risposto a tutte le nostre domande e curiosità. Ho imparato molte cose nuove su alcune religioni, ad esempio sulla Chiesa Avventista del settimo giorno, e nello stesso tempo mi sono accorta che molto di ciò che credevo di sapere era frutto di pregiudizi. In conclusione ritengo che questo dialogo mi abbia fatto capire che prima di giudicare una religione e una cultura diversa dalla nostra bisogna conoscerla approfonditamente.
Rebecca Spitti

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