Incontro con Jalila Ben Lechehab

a cura della classe 1G della Scuola Media VIRGILIO



Buongiorno, qual è il suo nome? Da che paese viene? Ci può descrivere la sua città?
Buongiorno, il mio nome è Jalila, abito in Italia da 22 anni e ho 4 figli. Vengo da Rabath, la capitale del Marocco: è una bellissima città islamica, industrializzata, dove tutti possono fare tutto ciò che vogliono, sono liberi di professare la loro fede e nessuno è obbligato ad indossare il velo o altri abiti tradizionali.

Quando lei prega, come trova la direzione verso la Mecca?
Per pregare, ci prostriamo su un tappetino chiamato “preghiera” e, per orientarci, utilizziamo una bussola.
Tutti i musulmani professano la loro fede 5 volte al giorno per stare in contatto con Dio (Allah) e per non dimenticarsi di lui.

Per il pellegrinaggio alla Mecca c’è un’età? Lei ci è stata? Ha visto la Pietra Nera?
Per visitare La Mecca non c’è età precisa, ma è obbligatorio per ogni musulmano andarci almeno una volta nella vita per “pulirsi” dai peccati.
Tempo fa ci si andava da anziani con la mentalità di commettere peccati tutta la vita e poi purificarsi per essere ammessi nel Regno dei Cieli; oggi è diverso: quando ci sono stata io, ho visto uomini e donne di tutte le età.
Io sono stata alla Mecca e, vedendo la Pietra Nera, ho provato una gioia immensa: mi è sembrato di essere davanti a Dio, tanto grande è, anche perché in TV sembra molto più piccola e non ci si aspetta tanta maestosità.

Perché il giorno sacro per i musulmani è il venerdì?
Il venerdì è il giorno sacro perché dicono che la vita è iniziata e finirà questo giorno.

Abbiamo delle curiosità sul Ramadan: ci racconta cosa si fa durante questo mese e come si svolge la festa per la sua fine?
Durante questo mese, si digiuna dall’alba al tramonto: non si può deglutire nulla se non la saliva.
Per far capire come si sentono le persone povere e bisognose, Dio ti toglie tutto, così provi di persona i loro stessi sentimenti. Inoltre è costruttivo: si impara a controllarsi. Noi siamo abituati che, se vogliamo qualcosa, ce la prendiamo, ma così facendo ci sembra tutto dovuto e perdiamo le bellezze della vita e la soddisfazione di conquistare qualcosa con fatica.
Dopo un giorno di digiuno, si impara ad apprezzare un gesto semplice come mangiare: al tramonto il momento della cena è bellissimo, ne scopri il valore ogni giorno insieme alla tua famiglia.
Alla fine del Ramadan si preparano grandi tavolate chiamando amici e parenti, per festeggiare; il giorno dopo si va in moschea.

Che cosa succede se un musulmano non fa il Ramadan o non prega?
Non fare il Ramadan è molto più grave che non pregare. Infatti la preghiera si può recuperare facilmente, invece anche solo un giorno di Ramadan non celebrato va compensato con due mesi, inoltre non è detto che Dio lo perdoni e forse neanche il pellegrinaggio alla Mecca può cancellare questo gravissimo peccato.

Quali sono le feste più importanti nell’Islam?
Le feste più importanti sono due: la fine del Ramadan, dove è proibito digiunare, e la festa del Montone che si svolge per ricordare la misericordia di Dio che ha salvato il figlio di Abramo dal sacrificio.
Un’altra occasione importante è il ricordo della nascita del profeta: non c’è un vero e proprio festeggiamento, ma è un giorno di preghiera.

Perché le donne portano il velo?
Le donne devono portare il velo per coprire le parti più belle del loro corpo, così un uomo non rischia di notrare e corteggiare altre donne e resta fedele alla propria moglie e si difende, così, anche il valore della famiglia. In famiglia, infatti, la donna si può mostrare.
Molti dicono che questo non è scritto sul Corano, invece c’è un versetto sull’argomento: “O profeta, di’ alle tue mogli e figlie e alle donne di tutti gli uomini di coprire la faccia e il petto”.
A volte questa abitudine non è compresa, ma essa non mortifica la donna, anzi: sottolinea che la cosa più importante non è l’aspetto fisico. Nella società di oggi, basta guardare come la TV usa il corpo delle donne, questo messaggio è molto importante da ricordare.

Io ho sentito che per i musulmani le donne valgono meno degli uomini: è vero? E se è vero, è giusto secondo lei?
Non è vero che la donna vale meno dell’uomo.
C’è da dire innanzitutto che Allah ha creato l’uomo e la donna in modo diverso: l’uomo dalla terra, la donna dall’interno dell’uomo e questo spiega perché l’uomo è più duro, adatto al lavoro, e la donna è più dolce, gentile e sentimentale. Ma questo non vuol dire che lei valga meno dell’uomo.
Prima del profeta, è vero, la donna contava poco: non solo non ereditava, ma anzi faceva parte dell’eredità e, alla morte del marito, essa era come un oggetto che passava agli altri membri della famiglia.
Maometto, invece ha cambiato le cose: ha detto che la donna poteva ereditare metà di tutto. È vero che l’uomo eredita l’altra metà, ma l’uomo deve poi, con la sua metà, pensare al resto della famiglia, invece la metà della donna è tutta sua e lei può farne ciò che vuole. A ben vedere, chi ci guadagna è proprio la donna.

Maometto aveva parlato di 4 mogli al massimo per ogni uomo: oggi com’è la situazione?
Maometto aveva 9 mogli: 8 erano vedove e lui le aveva sposate per aiutarle, 1 era una ragazza che l’Arcangelo Gabriele gli aveva affidato perché poi continuasse la sua opera.
Dopo l’Islam il numero massimo di mogli si limitò a 4. Maometto, infatti, disse all’uomo che gli lasciava 4 moglie solo se riusciva a mantenerle tutte alla stessa altezza. Questo lo si trova specificato sul Corano. Già mantenere in modo decoroso una moglie sola è difficile, con 4 è praticamente impossibile! Maometto ha saggiamente portato verso la monogamia senza sconvolgere del tutto la società di allora.

Perché i simboli dell’Islam sono la luna e la stella?
Le stelle sono belle, stanno in cielo, come Dio, ma non hanno un vero significato religioso.
Invece, l’Islam ha come simbolo la luna perché essa rappresenta il nostro calendario che si basa sulle fasi lunari e i suoi mesi durano fra i 28 e i 29 giorni.

Nella nostra città dove si ritrova la sua comunità religiosa per la preghiera? Ha avuto difficoltà a trovare un luogo di culto sul territorio di Cremona?
Ci ritroviamo a Cremona in Via Bibaculo: non si tratta di una moschea, ma di un centro dove preghiamo e facciamo un po’ di tutto. È stato difficile trovarlo. Anche se la Costituzione Italiana dice che ogni religione ha diritto ad un luogo di culto, non è così facile superare tutta la burocrazia.

22 febbraio 2011 

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